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I ricavi dell’industria vanno al raddoppio

INDUSTRIA SOPRA AI LIVELLI PRE-CRISI

Quasi dimezzato prima. Più che raddoppiato ora. Alla fine, il saldo è positivo e la corsa dei ricavi dell’industria, in crescita tendenziale del 105% ad aprile, è qualcosa di più di un semplice rimbalzo fisiologico dopo il crollo di 12 mesi prima.

Nei dati Istat prosegue lo scatto in avanti delle vendite, che si conferma in termini di indice ben oltre i livelli di inizio 2020, grazie ad una ripresa che riguarda sia l’export che il mercato interno, dove comunque il recupero è più marcato.

Solo l’ultimo di una serie di segnali positivi, come l’indice dei direttori d’acquisto arrivato ai massimi storici, lo scatto delle domande per la Sabatini-bis con relativo esaurimento dei fondi, l’ennesimo passo avanti degli indici di fiducia. Passando per la crisi delle materie prime e l’impennata dei relativi prezzi, che se da un lato segnala una difficoltà preoccupante nel mantenimento del passo produttivo richiesto, dall’altro è un indicatore indubbio della forza della domanda globale, trasversale per tutti i settori produttivi.

Rispetto a marzo il progresso dei ricavi è del 3,3% ma è il confronto annuo ovviamente il più eclatante, dopo il -47% registrato nel mese forse più duro per l’industria italiana dal dopoguerra.

Gap ampiamente recuperato ora, seppure non in modo del tutto omogeneo. I mezzi di trasporto, ad esempio, avevano lasciato sul campo i tre quarti delle vendite ma il recupero attuale (+452%) riporta ampiamente in terreno positivo il bilancio. Non altrettanto accade per tessile-abbigliamento, pur protagonista di una crescita del 309%, vendite più che quadruplicate che tuttavia non chiudono del tutto la voragine aperta ad aprile 2020, quando il crollo fu del 78%.

Il bilancio medio, come detto, è però ampiamente positivo, con l’indice a portarsi a nuovi massimi da almeno cinque anni. Solo la farmaceutica arretra di un punto, per il resto Istat registra solo ampie crescite. Persino per l’alimentare, che aumenta le vendite di quasi dieci punti, recuperando quasi interamente quanto lasciato sul campo (-9,5%) dodici mesi prima.

Con il risultato di aprile migliora in modo evidente la performance del primo quadrimestre, forse l’indicatore più sensato per apprezzare il cambio di passo. La crescita gennaio-aprile è infatti superiore al 26%, un dato importante tenendo conto di un primo bimestre 2020 quasi immune dall’emergenza.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

 

 

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