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Industria 5.0

Il termine “Industry 5.0” è comparso per la prima volta nel 2015 in un articolo Linkedin del businessman Michael Rada, in cui si sosteneva un ritorno alla centralità dell’ambiente e delle persone nel processo industriale. Nel 2016 la Keidanren, la più importante federazione imprenditoriale giapponese, ha presentato il concetto di “Society 5.0”: una società che cerca di bilanciare lo sviluppo economico con la risoluzione dei problemi socio-ambientali, in cui le tecnologie vengono usate non solo per profitto ma per migliorare la qualità della vita di ogni cittadino. Il principio alla base è che il modo in cui le persone provvedono al loro sostentamento è collegato al modo in cui costruiscono la loro società; la società diventa così “una nuova società intelligente, che assorbe le innovazioni della quarta rivoluzione industriale non solo per migliorare la produttività, ma anche per aiutare a risolvere problemi sociali”.

Nel gennaio del 2021 la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto intitolato “Industria 5.0 – verso un’industria europea sostenibile, umanocentrica e resiliente”. Le contingenze dell’ultimo periodo hanno infatti portato la Commissione Europea ad interrogarsi sul ruolo dell’industria moderna nella società: dal tema dell’impatto ambientale alla trasformazione del lavoro e dei lavoratori. Per la Commission, “L’industria 5.0 riconosce il potere dell‘industria di raggiungere obiettivi sociali al di là dei posti di lavoro e della crescita per diventare un fornitore di prosperità resiliente, facendo sì che la produzione rispetti i limiti del nostro pianeta e mettendo il benessere dei lavoratori al centro del processo di produzione”.

 

Caratteristiche principali:

  • Umanocentricità: gli esseri umani al centro dei processi di produzione, mettendo la tecnologia al servizio della qualità della vita di cittadini e lavoratori. Ne deriva che il lavoratore viene formato grazie alla tecnologia rispetto alle sue necessità anziché farlo adattare alle esigenze della tecnologia.
  • Sostenibilità: garantire i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future, riutilizzando e riciclando le risorse naturali, ottimizzando il consumo energetico e sviluppando processi circolari
  • Resilienza: capacità di reagire ai cambiamenti improvvisi senza riportare conseguenze permanenti, sviluppando un alto grado di robustezza nella produzione e garantendo alti livelli di continuità operativa e disaster recovery.

L’obiettivo è creare catene del valore sufficientemente strategiche, capacità produttive adattabili e processi commerciali flessibili, specialmente nei settori al servizio di bisogni umani fondamentali come sanità e sicurezza. Gli elementi pertinenti a Industria 5.0 fanno oggi già parte delle principali iniziative politiche della Commissione in quanto contribuiscono a tre delle priorità della Commissione:

  • un’economia al servizio delle persone,
  • Green Deal europeo,
  • l’Europa pronta per l’era digitale.

 

Rapporto Industria 4.0/Industria 5.0

La tesi del rapporto in oggetto è la seguente: l’Industria 5.0 completa il paradigma esistente dell’Industria 4.0, mettendo in primo piano la ricerca e l’innovazione come motori per una transizione verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente. L’I5.0 cerca di catturare il valore delle nuove tecnologie, assicurando una prosperità non limitata solo al lavoro e alla crescita, rispettando i limiti del pianeta e mettendo il benessere del lavoratore dell’industria al centro del processo di produzione. È importante sottolineare che I5.0 non dovrebbe essere intesa come una continuazione cronologica o un’alternativa al paradigma esistente di I4.0: l’I5.0 integra ed estende le caratteristiche distintive di I4.0. Ma se la I4.0 è una rivoluzione industriale, la I5.0 è una rivoluzione tecnologica e culturale: un paradigma focalizzato sulle persone e sull’ambiente, quindi su qualità della vita e sostenibilità al centro del processo di produzione, con il supporto delle tecnologie della I4.0.

 

Le tecnologie abilitanti per l’I5.0:

  • interazione individualizzata tra uomo e macchina,
  • tecnologie di ispirazione biologica,
  • digital twins e simulazione dei sistemi,
  • tecnologie per la trasmissione l’immagazzinamento e l’analisi dei dati,
  • intelligenza artificiale
  • tecnologie per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, lo stoccaggio dell’energia e l’autonomia.

L’obiettivo differente della nuova rivoluzione industriale è spingere queste tecnologie non solo all’interno dell’industria per la ricerca di migliori condizioni produttive e di profitto, ma all’interno della quotidianità di tutti i cittadini europei come strumenti di miglioramento delle condizioni di vita.

Gli effetti dell’industria 5.0 sulle aziende

Le imprese vengono ricollocate nella contemporaneità in cui agiscono, co-responsabili del benessere della società e del pianeta; cambiano i modelli di business, favorendo i modelli circolari, aumentando la servitizzazione (il processo per cui una azienda che produce e vende beni o prodotti trasforma questi ultimi in una vendita di servizi), stimolando la produzione di massa personalizzata e migliorando l’adattabilità dei processi produttivi.

Nell’industria 5.0, il lavoratore viene considerato un investimento, che consente all’impresa di crescere: viene quindi formato, responsabilizzato e coinvolto nella progettazione e nell’esecuzione delle nuove tecnologie industriali, sollevato dai compiti più ripetitivi e pericolosi, svolti dai robot, e stimolato a mettere a frutto le proprie capacità.

L’industria 5.0 utilizza inoltre le nuove tecnologie per rendere più sicuri e inclusivi gli ambienti di lavoro, per aiutare i lavoratori a controllare e gestire meglio i rischi di burnout del lavoro digitalizzato, per ridurre l’impatto ambientale. Si assicura che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale non mini la dignità del lavoratore e garantisce la possibilità di ricevere sempre una spiegazione di una decisione algoritmica in caso di violazione.

In conclusione, l’industria deve ora diventare l’acceleratore e l’abilitatore del cambiamento e dell’innovazione, come fornitore di soluzioni per la società. La digitalizzazione offre all’industria opportunità senza precedenti: un’innovazione radicale del posto di lavoro, ottimizzando le interazioni uomo-macchina e capitalizzando sul valore aggiunto che i lavoratori umani apportano alla fabbrica.

Inoltre, gli obiettivi ambientali comuni del “Green Deal” possono essere raggiunti solo incorporando nuove tecnologie e ripensando i processi produttivi in relazione agli impatti ambientali.

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