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Riforma del sistema tributario

NEL DIBATTITO SULLA RIFORMA FISCALE ARRIVANO LE PROPOSTE DEI COMMERCIALISTI

Nuovo codice tributario e Statuto dei diritti del contribuente elevato a rango costituzionale, abrogazione dell’IRAP, ripristino dell’equità orizzontale e verticale dell’IRPEF, eliminazione del “doppio binario” per i redditi di impresa. E ancora, rilancio delle aggregazioni professionali, riscossione più efficiente e meno costosa, rapporto fisco-contribuente più equilibrato e giustizia tributaria più specializzata. Sono gli otto punti raccolti nel Manifesto presentato dal CNDCEC e che costituiscono, a parere dei commercialisti, la spina dorsale della futura riforma fiscale.

Le proposte prendono la forma di un manifesto della categoria che è riassunto in otto punti cardine che, ad avviso dei commercialisti, rappresentano le aree di intervento per realizzare una riforma davvero concreta e che porti a un fisco basato sulla certezza del diritto e sull’equità, specie nel rapporto tra fisco e contribuente.

Istituzione del codice tributario e Statuto in costituzione

La prima proposta è quella di semplificare e razionalizzare la normativa predisponendo un Codice tributario. Esso dovrebbe essere composto da tre libri dedicati a:

– procedimenti

– imposte

– processo e costituzionalizzazione dei principi fondamentali dello Statuto del Contribuente

 

I Testi Unici ormai risalgono a molti decenni addietro e si sono stratificati nel corso degli anni. Non è più possibile pensare ad una riforma del fisco se prima non si mettono solide fondamenta.

Di pari passo a ciò, si chiede di inserire i principi cardine dello Statuto dei diritti del contribuente nella Costituzione Italiana.

Abrogazione dell’IRAP

Non si chiede la completa abolizione dell’imposta: i commercialisti sanno bene che una tale misura sarebbe molto difficile da attuare per la conseguente perdita di gettito che ne deriverebbe.

Piuttosto, si chiede di trasformare l’IRAP in addizionali IRES e IRPEF: tale soluzione da un lato garantirebbe il gettito erariale, dall’altro semplificherebbe di molto la vita ai contribuenti (e ai propri consulenti) che vedrebbero scomparire molti adempimenti (in primis quelli dichiarativi).

Ripristino equità orizzontale e verticale dell’IRPEF

Quello dell’equità dell’IRPEF è un tema molto delicato e, al tempo stesso, strategico se si vuole varare una valida riforma.

In Italia a fronte di una tassazione “generosa” per i redditi bassi e i grandi patrimoni, si assiste ad una tassazione molto più pesante per i redditi medio-alti.

Le variabili in gioco sono molteplici e complesse e realizzare l’equità è un obiettivo davvero ambizioso.

L’idea dei commercialisti è quella di mettere in piedi un sistema molto simile all’attuale cash-back mediante il quale le spese verrebbero rimborsate direttamente dall’Agenzia delle Entrate senza passare dalla dichiarazione dei redditi.

Eliminazione del “doppio binario” per i redditi di impresa

La determinazione del reddito d’impresa soffre del c.d. doppio binario secondo il quale si parte dal risultato di esercizio e, apportando alcune rettifiche in aumento e in diminuzione, si arriva al reddito d’impresa fiscalmente rilevante.

Siccome tutto ciò comporta notevoli complicazioni, la proposta è quella di dare rilevanza al risultato economico di esercizio ai fini della determinazione del reddito di impresa e di eliminare i disallineamenti rispetto all’imponibile fiscale.

In tal modo, si cercherebbe di porre qualche rimedio alla complessità e all’iniquità del sistema che, per molte spese, prevede regole particolari di deducibilità.

Rilancio delle aggregazioni professionali

Le società tra professionisti non sono mai decollate a causa dell’incertezza normativa che interessa la materia. Per non parlare dell’elevata tassazione cui sono soggette le operazioni di aggregazione professionale.

La proposta, quindi, è quella di rivedere il sistema di tassazione delle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo e di introdurre la determinazione opzionale per cassa dei redditi delle STP di capitali.

Riscossione più efficiente

Secondo i commercialisti, occorre una riforma del sistema della riscossione che non è rappresentato solo da Agenzia delle Entrate-Riscossione, ma anche da una serie di altri soggetti che operano per gli enti locali.

Le proposte avanzate si possono così riassumere:

– prevedere una procedura chiara e molto ben articolata

– garantire maggior efficienza alle procedure di notifica

– introdurre regole di rateizzazione più efficienti

Rapporto fisco-contribuente più equilibrato

L’attuale sistema è fortemente sbilanciato a favore del fisco che ha molti strumenti a suo favore contro le poche possibilità di difesa del contribuente.

Il sistema va riequilibrato con misure che permettano, da un lato al fisco di essere sempre più efficiente, ma al tempo stesso, che garantiscano al contribuente pari diritti di difesa e di affermazione delle proprie ragioni.

Riforma della giustizia tributaria

Anche se è all’ultimo posto nell’elenco del “to do”, la riforma della giustizia tributaria è, per i commercialisti, uno degli aspetti più importanti dell’intera riforma.

L’idea, che è condivisa da quasi tutti gli attori coinvolti, è quella di istituire un grado di giudizio in cui operano giudici professionisti specializzati in materia tributaria.

Inoltre, va rivisto il sistema sanzionatorio con una netta differenziazione tra sanzioni comminate per l’evasione di tipo interpretativo e l’evasione di tipo “tradizionale”.

E, da ultimo, occorre garantire un maggior coordinamento tra processo penale e processo tributario.

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