È vera crescita? La svolta che sembra emergere dal mondo produttivo, in parallelo alla frenata della corsa dell’inflazione, è una ripartenza solida o soltanto un rimbalzo? Se lo chiede Ferruccio de Bortoli che sull’Economia del Corriere della Sera valuta i dati. «Non pochi osservatori credono in un possibile salto di qualità», scrive de Bortoli ed elenca i segnali concreti: «Le vendite all’estero del made in Italy mai così elevate, la produttività della media impresa manifatturiera, il record degli occupati, il risveglio dei servizi e soprattutto la spinta attesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Più scettici sono altri come Pierluigi Ciocca, ex vicedirettore generale della Banca d’Italia, che de Bortoli intervista. «Non ci si può illudere che una crescita duratura derivi solo da massicci, per quanto indispensabili, investimenti in infrastrutture e nella transizione economica e digitale», dice l’economista che attenua anche gli entusiasmi sulla crescita attesa del prodotto interno lordo italiano: «Nelle previsioni più ottimistiche sarà di mezzo punto, non di più».

Dietro il pessimismo di Ciocca (che lui chiama «realismo») c’è l’idea che la crescita attuale, pur elevata, vada in realtà sostanzialmente a compensare, o poco più, le perdite accumulate nel biennio del Covid. Ma «chi scrive è ottimista», precisa de Bortoli.

I piani dei Ferrero

Tra gli imprenditori che malgrado la crisi sono cresciuti c’è Giovanni Ferrero. La multinazionale piemontese si prepara all’espansione nei gelati confezionati e studia lo sbarco nei bar. Una diversificazione preparata per tempo, iniziata anni fa. Un altro imprenditore che si allarga verso il mercato del gelato è Cristian Pederzini, il fondatore di Italpizza. Il gruppo modenese sta crescendo per acquisizioni e inizia a diversificare, ma resta focalizzato sulle pizze surgelati industriali prodotte in forno a legna. Punta quest’anno ai 350 milioni di giro d’affari.

(Fonte: Corriere Economia)