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Start-up: il segreto del successo

Avere l’idea giusta non è sufficiente per mettere in piedi un business concreto. Ecco come fare

 

Il 2018 ha chiuso con la nascita di oltre 10.000 start-up innovative in Italia e una raccolta di quasi 700 milioni di Venture Capital: il dato è molto importante e sicuramente degno di nota, perché palesa il fatto che il mercato voglia investire su progetti innovativi che possano guadagnarsi una propria identità sullo scenario dell’economia italiana.

Tali progetti innovativi – che sono il cuore pulsante delle start-up – per avere il giusto appeal e funzionare concretamente devono però rispondere a delle richieste specifiche imposte dal mercato. I dati hanno parlato chiaro: per la sopravvivenza della start-up, la lecture tecnologica non basta; è molto importante lo storytelling, e che la start-up stessa sappia comunicare bene il proprio business su qualsiasi strumento di comunicazione, testando se necessario anche all’infinito fino al raggiungimento del proprio risultato: farsi conoscere. A dirlo, come riportato in un articolo molto interessante pubblicato la scorsa settimana su Il Sole Ore, è stato anche Davide Dattoli, fondatore di Talent Garden, il primo network coworking europeo dedicato alla digital tranformation: per lui la comunicazione della sua idea è stata un passaggio fondamentale, tanto che è riuscito a raggiungere 44 milioni di euro da investitori italiani per realizzare il suo progetto. Una tecnica sicuramente vincente che lo ha premiato con il successo del suo obiettivo, e ora è tra i trenta uomini under 30 più influenti al mondo secondo la classifica di Forbes!

Un altro dato da tenere a mente è che, sul mercato italiano delle start-up, un sistema che funziona sempre molto bene è quello dell’e-commerce: la start-up Brumbrum (nata nel 2016) ha raccolto in pochissimo tempo quasi 25 milioni di euro per espandere la propria piattaforma di vendita di auto certificate a km 0 anche ai mercati stranieri perché aveva di base un’idea vincente, comunicata nella maniera giusta e sui giusti mezzi.

E proprio la comunicazione non è mai da sottovalutare, perché è il primo parametro su cui gli investitori valuteranno la start-up innovativa: comunicare la propria idea di business è il mezzo per far capire agli investitori quanto è grande il mercato che si intende aggredire, o quale sia la portata di scalabilità mondiale del progetto. E sono proprio questi, insieme alla valutazione della competenza e della motivazione dell’imprenditore, gli strumenti che permetteranno alla start-up di essere giudicata positivamente dall’investitore.

Infine, è necessario che la start-up sappia presentarsi al Fondo più indicato per la propria idea di business. I Fondi di Investimento italiano sono molteplici e ben definiti, così come i Venture Capital o i Business Angels: ognuno di essi ha un mercato di riferimento sul quale vuole investire, e questo è molto importante tenerlo a mente.

La Milano Investment Partner, per esempio, è un fondo di Venture Capitale che punta molto sul lifestyle italiano: dopo un primo investimento sull’azienda italiana Velasca, ora MIP ha investito su Manebì, l’azienda italiana fondata nel 2013 che produce calzature estive e beachwear.

Il Fondo aveva infatti già dichiarato che desiderava investire su aziende italiane che avessero un piano di espansione globale e un modello di business già consolidato, e nel brand Manebì hanno trovato risposta alle loro ricerche. MIP, inoltre, palesa la sua preferenza di investimento su prodotti di lifestyle italiano la cui strategia di marketing e i canali di vendita si adattano alle nuove generazioni di consumatori, con un focus di investimento privilegiato sul settore digitale, tecnologico e innovativo.

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